“Venere che scherza con due colombe” di Hayez
Alla sua comparsa all’esposizione di Brera del 1830, la tela suscitò scandalo e fomentò una veemente diatriba tra il partito dei romantici, patrocinatori dell’opera, e quello dei classicisti, indignati dall’esibizione sfacciata e per giunta in primo piano, delle seducenti forme della modella, nonché da un’aderenza al vero che trascurava le esigenze del decoro e delle auree proporzioni. I glutei abbandonati e le cosce tornite risultavano eccessivi, disarmonici, caricaturali , volutamente volgari. Fu lo stesso Hayez, nelle Memorie, a sconfessare le critiche, asserendo che la colpa di tanta scabrosità andava ascritta alla straordinaria abbondanza delle forme della ballerina Carlotta Chabert, amante del conte trentino Girolamo Malfatti, committente del dipinto, e non all’artista, che si era limitato ad una trasposizione del vero. Un corpo languido, voluttuoso, morbido e procace: più che una divinità la “Venere che scherza con du colombe” di Hayez è una cortigiana dalle voglie inconfessabili e convulse.
Considerata un capolavoro della pittura ottocentesca, la Venere di Hayez è secondo la storia dell’arte una tappa fondamentale nel superamento delle istanze neoclassiche. E’ un dipinto ad olio su tela di grandi dimensioni: 183×137 cm; è proprietà della fondazione Cassa di Risparmio Trento e Rovereto ed attualmente è esposta in Gallerie d’Italia a Milano per la mostra di Hayez.