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Boulle

BoulleCon questo termine, “baulle”, si designa una tecnica d’intarsio basata sull’accoppiamento a contrasto tra l’ottone dorato e la tartaruga, inventato in Italia nel secolo X, ma che ormai è denominata impropriamente stile Boulle o intarsio alla Boulle dal nome dell’omonimo ébéniste di Luigi XIV (nomina avvenuta nel 1672) che la portò a livelli di insuperata perfezione esecutiva. La tecnica consisteva nell’incidere raffigurazioni ornamentali su due fogli incollati fra loro di uguale spessore di ottone e tartaruga, indi nel ritagliare le ornamentazioni delineate e di staccare poi i due fogli. Ricomponendo le ornamentazioni ritagliate in ottone sul fondo di tartaruga, si otteneva l’intarsio detto “prima parte”, con quelle in tartaruga sul fondo di ottone si aveva l’intarsio detto “controintarsio”.

Il successo di A.C Boulle (1642-1723) fu dovuto, oltre che alla sua abilità tecnica, alla simmetrica armonia con cui seppe servirsi degli intarsi, e alla fantasia delle sue ornamentazioni, al fascino della decorazione dei suoi mobili risiedeva anche nell’accortezza d’impiallacciare in ebano le parti non intarsiate e di aggiungere altre materie preziose (madreperla, pietre dure, avorio…) ed infine nel pregio delle parti in bronzo, spesso veri e propri pezzi di scultura. Tale successo si protrasse nel tempo grazie all’opera dei suoi due figlioli e proseguì per altri due secoli e non solo in Francia. L’aspetto meraviglioso di questi mobili spesso viene deturpato dal sollevamento delle lastre o degli intarsi in ottone a causa di una scarsa manutenzione che sostanzialmente consiste nel riposizionare correttamente gli elementi distaccati. La diversità dei materiali presenti (legno, ottone e tartaruga) reagisce in modo diverso alle sollecitazioni termiche o igroscopiche e pertanto per questi mobili viene richiesta una manutenzione accurata.

 

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La doratura in foglia

antica-specchiera-dorata-intagliata-secolo-xviii-1531La doratura è un processo di decorazione ornamentale usato su diversi materiali e con diverse tecniche per impreziosire un oggetto tramite l’apposizione di un sottilissimo strato d’oro, detto “foglia d’oro”. I suoi usi principali sono nella produzione di volumi di pregio per bibliofili, nella decorazione di mobili di lusso, nell’arte e molto altro. La doratura era una tecnica molto diffusa nell’arte e nell’architettura medievale, soprattutto in quella bizantina e rinascimentale, dove la foglia d’oro veniva usata nei dipinti su tavola in legno, per esaltare l’effetto visivo delle aureole dei santi, o il brillare del sole.

Esistono diverse tecniche inerenti alla doratura in foglia che i possono trovare elencate nel libro dell’arte di Cennino Cennini, un trattato medievale che riassume tutto il sapere empirico delle botteghe; in sostanza la tecnica della doratura in foglia si può dividere in due grandi categorie: a secco (o a missione) e ad acqua (o a guazzo). Per entrambe è necessario avvalersi di superfici il più possibile levigate, e per far ciò si ricorre all’uso della gessatura con gessi di Bologna o di caolino; poi si procede alla preparazione con delle argille macinate di vari colori, tra le quali il più usato è il bolo armeno, tipico rosso che si vede in prossimità delle consunzioni delle dorature. A questo punto la foglia d’oro viene posta sul cuscinetto e tagliata in piccole superfici tramite una spatola imposta sull’oggetto da decorare a secco, ovvero utilizzando delle colle messe in precedenza o ad acqua servendosi di un’emulsione a base di colla di pesce. La finitura è la fase più delicata, l’oro può essere pulito con una pietra d’Agata o pattinato con terre o altre finiture.

Oggi è veramente difficile trovare dei bravi doratori, in quanto questa è un po’ desueta in virtù dei suoi costi e di un cambiamento generale del gusto dell’arredo. Ciò nonostante i doratori diventano interpreti fondamentali per il recupero e la valorizzazione dei sontuosi arredi antichi.