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Comunicato stampa 8 – 2023

A PENNABILLI, FINO A DOMENICA 23 LUGLIO, UNA RASSEGNA DI CAPOLAVORI ECCEZIONALI, DA NON PERDERE

Ha preso avvio l’ultima settimana di apertura della 52° Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato nei palazzi e nelle botteghe del centro storico di Pennabilli, che si concluderà domenica 23 luglio.

Saranno visibili ancora per qualche giorno, fino a domenica 23 luglio, i capolavori artistici e gli antichi pregevoli manufatti esposti negli stand di Pennabilli Antiquariato. E non sarebbe sorprendente, dato che è già successo, vederne in futuro alcuni accolti in uno dei maggiori musei nazionali dopo essere stati notificati dallo Stato od offerti all’incanto in occasione di un’asta internazionale milionaria.

Per la gioia degli appassionati e dei collezionisti, anche questa edizione della Mostra esibisce opere a firma di grandi maestri della storia dell’arte universale, di cui proponiamo di seguito una breve, parziale rassegna.

ABC ARTE RESTAURO – Espone una pregiata cassapanca certosina del Cinquecento in legno di noce, impreziosita da ricchi intarsi in fili di acero e piedi scolpiti in forma di leoni coricati di ottima fattura. Lo schienale della cassapanca, che è corredata di due maniglie laterali in ferro, è sgorbiato a mano.

ANTICHITÀ CECI QUINTO – Un maestoso tavolo tondo a cestello in legno laccato chiaro con decori e parti lumeggiate in oro attrae immediatamente l’occhio del visitatore. Il tavolo misura 160 cm di diametro ed è allungabile fino a ben 5 m, proviene dall’Alta Italia, quasi sicuramente dalla Lombardia, è opera di metà Ottocento ed è in splendide condizioni di conservazione.

ANTICHITÀ MESSERI NICCOLÒ – Ha in mostra una “Deposizione nel sepolcro” attribuita a Sisto Badalocchio. La scena comprende Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, che sostengono il corpo di Cristo, San Giovanni Evangelista, la Maddalena e un gruppo di donne tra cui la Vergine Addolorata. L’opera (olio su tela di 43 x 34 cm) presentata a Pennabilli è la copia di un olio su rame attribuito ad Annibale Carracci, conservato presso il Metropolitan Museum di New York. Un’altra variante, eseguita da Sisto Badalocchio nel 1607, è custodita nella Dulwich Gallery di Londra. Sisto Badalocchio, nato a Parma, visse tra il 1585 e il 1647, si formò nella bottega di Agostino Carracci a Bologna, poi seguì Annibale a Roma, dove contribuì alla decorazione della Galleria Farnese. Accentuano la bellezza di questo quadro i contrasti cromatici e la luminosità del corpo del Cristo di ispirazione caravaggesca.

ANTICHITÀ MORELLO – Di grande effetto scenico è la coppia di variopinte panche da androne, laccate, di provenienza veneta, risalenti al periodo Luigi XIV. I manufatti, in stile elegante e brioso insieme, misurano 150 x 40 x 160 cm di altezza e sono in buonissimo stato di conservazione.

IL MERCANTE D’ARTE DI ANDREA MAZZOLDI – Tra una varietà di dipinti e disegni di epoche e stili diversi, il fulcro d’attrazione è uno studio di figure grottesche, olio su tavola (24,5 x 34,5 cm) attribuibile a Francisco José de Goya y Lucientes (Fuendetodos, 1746 – Bordeaux, 1828), in fase di studio critico. La tavola, per la quale l’artista non si è preoccupato di eseguire il fondo, costituisce un “taccuino”, su cui sono raffigurati ben ventiquattro profili umani dalle fisionomie più diverse e cinque creature mostruose, mentre nell’angolo superiore destro sono presenti alcune prove colore. Alla tavola, che viene fatta risalire alla fase finale della vita dell’artista, in epoca successiva è stata applicata a mo’ di rinforzo una doppia lastronatura, preferita alla palchettatura. I riferimenti tematici, stilistici e cromatici ai “Capricci” e alle tante emozionanti, a volte sconvolgenti, opere di Francisco Goya, dedicate agli atti più cruenti compiuti dall’essere umano e agli incubi generati dalla sua mente sono evidenti.

MARCO BARUFFI ANTIQUARIO – Espone un olio su tela (94 x 63 cm) di Apollonio Domenichini (Venezia, 1715 – 1770?), uno dei maggiori vedutisti dell’epoca, che riproduce una veduta dei Colli Euganei con architetture classiche e figure coeve. L’attività del Domenichini, che dipinge un gran numero di vedute di Venezia e Roma, si colloca tra gli anni Quaranta e gli anni Sessanta del Settecento, dopo la morte di Michele Marieschi e l’allontanamento del Canaletto. Avvantaggiato dall’assenza di validi antagonisti, l’artista consolida il suo stile impostato sui toni freddi. L’opera è accompagnata da una expertise del professor Dario Succi.

REBECHI ANTIQUARIATO – È di particolare effetto scenico uno “Scontro di cavalleria”, olio su tela (67,5 x 42 cm) attribuito dal professor Sandro Bellesi a Pandolfo Reschi (Danzica, 1640? – Firenze, 1696). Trasferitosi a Roma in età giovanile, fece parte dell’entourage di Salvator Rosa e di Jacques Courtois, il Borgognone, specializzandosi nelle raffigurazioni di battaglie e paesaggi; più tardi si trasferì a Firenze, dove dette inizio a un’intensa attività che vide come committenti essenzialmente la famiglia dei Medici e le principali casate nobiliari cittadine. Il dipinto mostra i caratteri tipici della prima attività dell’artista, coerente con la pittura barocca italiana del tempo, descrivendo con suggestiva scelta scenografica e ricca varietà cromatica un violento scontro di cavallerie in cui violenza e ferocia sono rese in modo magistrale nelle espressioni e nei gesti dei protagonisti.

STAMPE ANTICHE DI DAVIDE BIFFIS – Un antico mappamondo tratto da “Notitiae Orbis Antiqui sive Geographiae plenioris di Christophorus Cellarius” (31,3 x 21 cm  l’incisione; 36,6 x 23,2 cm il foglio) del 1723 campeggia tra le tante stampe di ogni genere. La mappa presenta il mondo allora conosciuto, fino alle estreme propaggini dell’Asia, dividendolo in zone climatiche secondo la tradizione classica, proposta dal greco Strabone. Ai lati, otto figure soffianti indicano le direzioni dei venti, mentre il polo nord è rappresentato da una montagna che, in grotte chiuse da robuste inferriate, custodisce mostri trattenuti dalla figura di Eolo con corona e scettro. Il foglio è ottimamente conservato; la vivace coloritura, certamente posteriore, è di grande effetto e rende questo mappamondo particolare e molto decorativo.

UMBRIA ARTIS ANTIQUARIATO – Presenta una tavola cuspidata di provenienza marchigiana dell’inizio del XV secolo, tempera grassa su fondo oro attribuita al Maestro di Cerreto d’Esi/Maestro di San Verecondo, che ritrae la Madonna della Misericordia con i fedeli. La curiosità di quest’opera sta nel fatto che in epoca cinquecentesca i nuovi possessori, una coppia, si fecero ritrarre accanto ai fedeli e che, in epoca recente, una pulitura li ha rimossi perché non coevi. Quanto accaduto è testimoniato dalle fotografie presenti nella scheda della Fototeca Zeri, che riproducono l’opera prima e dopo la pulitura.

Mostre ed eventi collaterali arricchiscono la 52° “Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato nei palazzi e nelle botteghe del centro storico“.

Il Teatro Vittoria ospita le creazioni in ceramica delle comunità di recupero del Gruppo Atena, sintesi di un progetto curato dall’artista e arte terapeuta Paola Zago.

Nel Palazzo del Bargello è allestita “La ragione del fuoco”, antologica dedicata a Giovanni Urbinati (Rimini, 1946 – 2023), recentemente scomparso.

Nella Chiesa di Sant’Andrea Silvia Camporesi (Forlì, 1973) espone fotografie parte di “Atlas Italiae”, una riflessione artistica e antropologica sull’identità in trasformazione del nostro Paese.

La chiesa di San Filippo è “residenza” di HPO, collettivo di architetti, sede di un’installazione audiovisiva e punto di avvio di un processo di esplorazione, studio e scansione 3D di manufatti storici e scenari paesaggistici di Pennabilli.

Giovedì 20 luglio, alle 21.15, nell’Orto dei frutti dimenticati, Alfredo Spanò presenterà la sua seconda opera di narrativa poliziesca “Una storia diabolica”. Introdurrà l’avvocato Lorenzo Valenti.

Sabato 22 luglio, alle 21.15, nell’Anfiteatro di piazza Vittorio Emanuele gli attori della compagnia della comunità di recupero Gruppo Atena reciteranno “Il sogno di Agnese al teatro dell’opera”, pièce teatrale di Carlo Simoni.

Le cinquantadue edizioni consecutive di Pennabilli Antiquariato confermano il valore di una manifestazione che coniuga con equilibrio progetto commerciale e culturale, garantendo agli appassionati un’offerta di opere di alto livello qualitativo e a investitori e collezionisti un’ampia scala di opportunità.

Comunicato stampa 7 – 2023

PENNABILLI ANTIQUARIATO OSPITA LA PRESENTAZIONE DEL NUOVO ROMANZO DI ALFREDO SPANÒ “UNA STORIA DIABOLICA”

In occasione della 52° “Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato nei palazzi e nelle botteghe del centro storico“ si svolgerà la presentazione del libro “Una storia diabolica” di Alfredo Spanò, fresco di stampa; introdurrà l’avvocato Lorenzo Valenti, Presidente della Società di studi storici per il Montefeltro.

“Una storia diabolica – La vera storia del ritratto di Olimpia Maidalchini Pamphilj di Diego Velázquez”, di Alfredo Spanò, Echos Edizioni, è dopo “Una storia cruenta” la seconda opera di narrativa poliziesca che vede come protagonista il commissario Antonio Strano e anticipa di qualche mese l’uscita del terzo volume della serie: “Una storia irrisolta”.

Il soggetto del libro prende spunto dalle vicende reali di un dipinto di Diego Velázquez di cui si erano perse le tracce dalla metà del Settecento. Ricomparso in Olanda negli anni Ottanta del Novecento, nel 2019 venne riconosciuto dagli studiosi di una casa d’aste di Amsterdam e aggiudicato a uno sconosciuto collezionista per 2,375 milioni di sterline. La narrazione si svolge negli anni Sessanta del secolo scorso, quando le sorti dell’opera erano ancora sconosciute, e sono frutto della creatività dell’autore «stimolata dalle peripezie del quadro e da una protagonista femminile della storia di Roma, la “papessa” Olimpia Maidalchini Pamphilj, dalla forte personalità ancora scarsamente indagata.»

Alfredo Spanò, di origini calabresi, risiede a Pennabilli, ha alle spalle quarant’anni di carriera come giornalista, copywriter e addetto stampa e ha pubblicato diversi libri di manualistica e narrativa. Su media tematici ha trattato di letteratura, linguaggio, comunicazione.

La presentazione di “Una storia diabolica” si terrà giovedì 20 luglio, alle 21.15, nell’Orto dei frutti dimenticati e sarà condotta dall’avvocato Lorenzo Valenti, Presidente della Società di studi storici per il Montefeltro.

Comunicato stampa 6 – 2023

AL GIRO DI BOA LA 52° EDIZIONE DI PENNABILLI ANTIQUARIATO

Un’affluenza di pubblico superiore alle aspettative e un elevato interesse da parte di operatori e collezionisti fin dal primo giorno di apertura fanno presagire che la 52° edizione di Pennabilli Antiquariato sancirà il definitivo successo della innovativa formula della mostra, basata sullo stretto connubio tra l’antico centro storico e l’antiquariato di qualità.

Pennabilli Antiquariato, che si concluderà domenica 23 luglio, ha dimostrato di aver consolidato il rapporto tra le belle arti e il contesto architettonico urbano in cui sono diffusi gli stand di una trentina tra i più qualificati antiquari d’Italia, aspirando a proporsi come un Festival dell’Arte Antica e Contemporanea grazie a un programma che include quattro esposizioni collaterali, conferenze ed eventi culturali di grande interesse.

La visita alla 52° Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato di Pennabilli offre in aggiunta l’occasione di riscoprire scorci e architetture non sempre agibili, come il Teatro Vittoria, il Palazzo del Seminario, il Palazzo Carboni e il Palazzo della Biblioteca.

Il Teatro Vittoria ospita le creazioni in ceramica raku dei gruppi provenienti dalle comunità di recupero del Gruppo Atena che hanno partecipato al progetto curato dall’artista e arte terapeuta Paola Zago insieme agli educatori. L’esposizione è la sintesi di un lungo lavoro sui temi della natura, degli elementi, dell’interiorità umana.

Negli spazi del Palazzo del Bargello è allestita “La ragione del fuoco”, antologica dedicata a Giovanni Urbinati (Rimini, 1946 – 2023), l’artista riminese scomparso di recente. La mostra, a cura di Pietro Dani, percorre l’iter artistico di questo grande ceramista legato a Pennabilli dall’amicizia con Gianfranco Giannini e Tonino Guerra.

Nella Chiesa di Sant’Andrea Silvia Camporesi (Forlì, 1973) espone sei fotografie di grandi dimensioni dedicate all’isola carcere di Pianosa e alcuni scatti di borghi abbandonati. Le opere fanno parte di “Atlas Italiae”, un progetto frutto di una riflessione artistica e antropologica sull’identità del nostro Paese, memoria polverosa di un’Italia in profonda trasformazione.

La chiesa di San Filippo è “residenza” di HPO, collettivo di architetti, sede di un’installazione audiovisiva e punto di avvio di un processo di esplorazione, studio e scansione 3D di manufatti storici e scenari paesaggistici della cittadina montefeltresca. L’installazione audiovisiva permette di esplorare le potenzialità espressive offerte dagli strumenti professionali, creando un trait d’union tra la storia trascorsa e la creatività contemporanea.

Martedì 18 luglio, alle 21.15, nell’Orto dei frutti dimenticati, il professor Alessandro Delpriori, storico dell’arte, svolgerà la conferenza “Perugino Cinquecento. Il maestro del Rinascimento italiano”, in occasione del V centenario della morte del pittore Pietro di Cristoforo Vannucci detto il Perugino.

Giovedì 20 luglio, alle 21.15, nell’Orto dei frutti dimenticati, Alfredo Spanò presenterà la sua seconda opera di narrativa poliziesca “Una storia diabolica – La vera storia del ritratto di Olimpia Maidalchini Pamphilj di Diego Velázquez”. Introdurrà l’avvocato Lorenzo Valenti.

Sabato 22 luglio, alle 21.15, nell’Anfiteatro di piazza Vittorio Emanuele “Il sogno di Agnese al teatro dell’opera”, pièce teatrale di Carlo Simoni scritta per gli attori della compagnia della comunità di recupero Gruppo Atena, con l’intento di coinvolgerli in un’attività che sfrutta le potenzialità terapeutiche del teatro.

Sabato 22 luglio, l’orario di Pennabilli Antiquariato verrà prolungato fino alle 22.00 e dalle ore 19.30 verranno allestiti un aperitivo e una degustazione di vini presso l’Info Point e il Bar della Mostra.

Comunicato stampa 5 – 2023

A POCHI MESI DALLA SCOMPARSA, PENNABILLI ANTIQUARIATO COMMEMORA CON UNA ANTOLOGICA IL GRANDE CERAMISTA RIMINESE GIO’ URBINATI

Si intitola “La ragione del fuoco” la mostra che, attraverso un’ampia selezione di opere, percorre l’iter artistico di Giovanni Urbinati, legato a Pennabilli dall’amicizia con Gianfranco Giannini e Tonino Guerra.

Allestita nelle sale del Palazzo del Bargello di Pennabilli dall’8 al 23 luglio, in concomitanza con la 52° “Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato nei palazzi e nelle botteghe del centro storico“, una ricca antologica a cura di Pietro Dani, realizzata grazie alle gentili concessioni della famiglia, traccia l’iter artistico di Giovanni Urbinati (Rimini, 1946 – 2023). Sostenuto dall’abilità nella manipolazione del fuoco e della materia grazie a una profonda perizia tecnica e a una lunga esperienza, Urbinati non ha mai smesso di esplorare le potenzialità espressive dell’argilla e ha fatto della sua ricerca un percorso alchemico di sperimentazione e scoperta che l’allestimento della mostra intende evidenziare sottolineando i passaggi salienti della sua produzione.

A chi gli chiedeva perché avesse scelto la ceramica come mezzo di espressione artistica, Urbinati aveva risposto: «All’inizio la odiavo, poi mi sono innamorato, già a ventun anni… Gli antichi disegnavano sulla ceramica perché non conoscevano la carta, noi conosciamo la storia dell’uomo attraverso la ceramica, tutto prima era ceramica. Anche la scrittura era sulla terracotta e così la storia narrata, come nel cratere Francoise. lo sono innamorato di tutto, dell’arte in generale e di tutto quello che fanno gli artisti, ma ho grande attenzione per l’arte antica.»

Giovanni Urbinati si forma nell’atelier di Carla Birolli negli anni Sessanta, è allievo di Benito Balducci e Rosetta Tamburini. “… dissero che avevo talento e mi spronarono a continuare…” Nel 1969 apre bottega a Rimini, avviando un percorso di ricerca sugli smalti e le cotture a lustro. Risale agli anni Ottanta l’incontro con Tonino Guerra di cui interpreta e rende tangibile il linguaggio poetico materializzandone con maestria e sensibilità numerosi progetti, che sono tuttora visibili negli spazi circostanti la mostra: alcuni poetici totem nel Santuario dei Pensieri, l’Arco delle Favole e la Meridiana Umana nell’Orto dei Frutti Dimenticati; sotto la Torre di Bascio, a pochi chilometri da Pennabilli, una eccezionale installazione: il Giardino Pietrificato, sette tappeti di ceramica dedicati a sette personaggi storici che hanno vissuto o hanno lasciato vivida traccia di sé nella Valmarecchia.

Urbinati spiegava così la sua capacità di materializzare un’opera d’arte: «Quel momento dove fantasia e sentimento si fondono e si genera un’idea; che sia creta o tela per dipingere, marmo o metallo poco importa, cambiano solo le tecniche per farne uscire l’opera… Seguo un progetto; l’emozione dà forma alla sostanza, guida le mani, mentre l’armonia è sempre presente fin dal primo istante, poi c’è tutto un modo capace o incapace di esprimersi, basta cogliere l’istante… Se c‘è passione impari la tecnica, va di concerto, non si possono scindere le due cose.»