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Comunicato stampa 7 – 2022

PIENO SUCCESSO DI PENNABILLI ANTIQUARIATO NEL NUOVO LOOK DI FESTIVAL CULTURALE DIFFUSO NEL CENTRO STORICO DELL’ANTICO BORGO MONTEFELTRESCO

A pochi giorni dalla chiusura, si conferma il successo della nuova formula di Pennabilli Antiquariato, festival culturale dedicato all’arte e all’antiquariato, incentrato su un progetto assolutamente originale.

Domenica 24 luglio si concluderà a Pennabilli la 51° edizione della Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato nelle botteghe e nei palazzi del centro storico, divenuta da quest’anno una performance composita, di cui il cuore rimane la rassegna di 27 tra le più importanti gallerie antiquarie italiane, contornata da esposizioni d’arte e fotografia, conferenze e presentazioni editoriali: una manifestazione di alto livello con forti connotati di unicità, che rappresenta l’ideale proseguimento della gloriosa Mostra inaugurata nel 1970 da Gianni Giannini, alla cui memoria è dedicato un libro appena edito: “Gianni, il civismo è il profumo della vita”, in cui vengono ricordati il suo eccezionale profilo umano e il costante impegno civile.

Pennabilli Antiquariato, inaugurata quest’anno alla presenza di Mauro Filicori, assessore regionale alla cultura, di Elisabetta Belloni, direttore generale del DIS, e di Umberto Piersanti, poeta urbinate, candidato al premio Nobel, ha assunto definitivamente la configurazione della mostra diffusa negli antichi edifici del centro, restaurati ed elegantemente allestiti.

Le mostre collaterali sono state collocate in tre suggestive architetture, altrimenti difficilmente visitabili: la Chiesa di San Filippo, l’Oratorio di Sant’Andrea e il Palazzo del Bargello e sono dedicate a tre figure di rilievo del panorama artistico italiano vissute nel secolo scorso: Mario Giacomelli, originario di Senigallia, capace di creare con lo strumento fotografico la traccia di un percorso intimo fantasmagorico, lo scultore Edgardo Mannucci di Fabriano, uno dei protagonisti dell’arte plastica informale europea, e il toscano Arturo Carmassi, scultore e maestro nelle tecniche della litografia e della calcografia.

Cinquantuno edizioni consecutive costituiscono un record e mettono in risalto i valori di una manifestazione che ha saputo distinguersi e divenire una garanzia per gli appassionati, che desiderano ammirare opere di alto livello, per gli investitori e i collezionisti, a cui offre un’ampia scala di opportunità. La Mostra ha saputo mantenersi giovane: ha vivificato la propria offerta e attraversato i vasti temi dell’antiquariato facendo emergere la qualità delle opere e la perizia degli antiquari, tanto da percorrere indenne la difficile crisi del settore, ben precedente alla crisi pandemica.

In questi ultimi giorni di apertura la 51° edizione della Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato nelle botteghe e nei palazzi del centro storico accoglierà i visitatori che potranno percorrere le suggestive strade, i vicoli, le piazzette di Pennabilli, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, godendo della frescura dell’alta collina riminese e del fascino millenario di un borgo “dove il passato incontra il futuro”, e rivivere le atmosfere tanto apprezzate da Federico Fellini, che la visitava spesso, e da Tonino Guerra, che aveva definito Pennabilli “il posto dove ritrovi te stesso” e vi si era radicato, geni del cinema e della poesia.

Pennabilli, 20 luglio 2022

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Comunicato stampa 6 – 2022

IN CERCA DI ARREDI NEGLI STAND DELLA 51° EDIZIONE DI PENNABILLI ANTIQUARIATO

Negli stand di Pennabilli Antiquariato, ricavati in suggestivi, antichi ambienti nei palazzi e nelle botteghe del borgo montefeltresco, si ammirano non solo capolavori d’arte di tutte le epoche, ma anche mobili e componenti d’arredo capaci di impreziosire qualunque ambiente.

Domenica 24 luglio si concluderà a Pennabilli, deliziosa cittadina medievale alle spalle di Rimini, la 51° edizione della Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato nelle botteghe e nei palazzi del centro storico. I 27 espositori, tra i più seri e apprezzati antiquari italiani, propongono opere d’arte e d’artigianato, arredi e oggetti d’ogni epoca di alto valore artistico e storico, distribuiti in molteplici fasce di prezzo, spesso notevolmente più accessibili di quanto si possa immaginare.

Agli ambienti domestici contemporanei, dove dominano la semplicità e la linearità degli stili e i colori freddi, un mobile d’antiquariato dona un tono di calore e riverbera la personalità e il gusto del padrone di casa. I designer e gli architetti integrano spesso arredi di epoche diverse con un mix di materiali e colori imprevedibili, combinando elementi di design ed elementi antichi, eccentrici complementi d’arredo e opere d’arte fuori dagli schemi e conferendo un tocco di unicità alla casa. Lo stesso shabby chic, comparso negli anni Ottanta con lo stesso intento, quello di dare un’impronta di originalità e calore alle algide ambientazioni attuali non è ancora tramontato, anzi si è evoluto e dal modernariato è approdato all’antiquariato, privilegiando, per quanto riguarda i materiali, il legno, simbolo dell’abilità artigianale e della qualità del passato, a cui accompagna tessuti per poltrone, divani, cuscini, tende, in fibre naturali.

Chi ama impreziosire gli ambienti che lo circondano con un mobile d’epoca troverà tra le proposte degli antiquari presenti alla 51° Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato nelle botteghe e nei palazzi del centro storico l’oggetto dei suoi desideri.

ANTICHITÀ MORELLO – Antichità Morello presenta una rara ribalta milanese Luigi XV, realizzata in radica di noce, con fronte e fianchi mossi. Un motivo a cuore, in rilievo, in noce ebanizzato si ripete lungo il fronte e i fianchi del mobile, impreziosendone l’estetica. Anche gli spigoli con motivo a nocciolo sono ebanizzati, come i quattro piedini a vasetto. La calatoia custodisce sei cassetti intarsiati in legno bicolore. È stato possibile accertare che le botteghe di falegnameria difficilmente producevano mobili in serie, a meno che non si trattasse di una coppia destinata allo stesso committente, si avvalevano piuttosto di diversi modelli che utilizzavano alternativamente personalizzandoli e da ciò deriva la particolarità e la rarità di questi arredi. Questa ribalta, per caratteristiche estetiche e tipologia strutturale, può essere avvicinata agli importanti manufatti dei fratelli De Valentinis, il cui nome si conobbe per la prima volta in occasione di un’asta a Venezia nel 1984, quando venne battuto un bureaux recante la scritta “Fratres De Valentinis Mediolanenses hoc opus fecerunt a. 1763.”

ANTICHITÀ NEVIO MISSAGLIA – L’antiquario padovano ha portato a Pennabilli un importante tavolo in noce con plancia unica dello spessore di 4 cm, sostenuta da una fascia sottostante con tre cassetti per lato, intagliati a motivi floreali; le gambe, leggermente inclinate, tornite e intagliate a racemi, sono raccordate da ferri. Il mobile, di origine spagnola, che risale al 1600, ha subito lievi restauri. Le dimensioni, la vitalità del legno naturale, l’austerità dello stile, mitigata dagli intagli floreali alla fascia e alle gambe, gli attribuiscono un fascino particolare e ne facilitano l’inserimento in ambientazioni molto diverse. Dimensioni: lunghezza 166 cm, profondità 92 cm, altezza 78 cm.

ARTE ARREDO ANDRIOLLO – Nell’ambito dell’architettura gotica il termine trumeau indica una scultura all’interno di una nicchia oppure una colonna che divide in due un vano, in quello dell’arredamento indica un mobile a doppio corpo, diffusosi soprattutto nel Settecento, di cui quello inferiore è costituito da un cassettone con alzata e quello superiore da un volume arretrato dotato di due ante, spesso a vetri o a specchi, e un piano ribaltabile, all’interno del quale sono ricavati nicchie e cassetti, sormontato da una cimasa impreziosita da elementi scolpiti, specchi, dorature e bronzi. Il trumeau fa la sua comparsa a Venezia dove esprime tutto il gusto rococò rimanendo di dimensioni contenute. In Lombardia, invece, il trumeau acquisì proporzioni ben più imponenti. Per il trumeau, considerato l’elemento più importante dell’arredamento settecentesco, non si lesinavano spese: veniva intarsiato con legni pregiati, a volte con avorio e argento, oppure decorato con fiori o cineserie e laccato. Il modello esposto a Pennabilli da Arte Arredo Andriollo è particolarmente elegante per le sue dimensioni ridotte e per il movimento anteriore e laterale. La delicata figura di damina incisa nello specchio superiore ne accentua il pregio stilistico. La lastronatura in olivo ne rivela la provenienza dall’area del lago di Garda, dove si trovano le coltivazioni di questa essenza. Le ante sono rivestite con due specchi originali, come originali sono tutti gli altri decori che indicano l’età di produzione nei primi decenni dell’Ottocento.

ANTICHITÀ DOMENICO D’ALESSIO – Un elegante monetiere del Settecento di provenienza spagnola viene proposto dall’antiquario Domenico D’Alessio. La parte superiore è lastronata in tartaruga con fregi in bronzo dorato; l’interno, in stile architettonico, è decorato con colonnine, specchi ed elementi in avorio; le serrature dei cassettini sono decorate con uno stemma in metallo che riproduce un’aquila a due teste. Le maniglie laterali servivano a spostarlo durante i viaggi. A questo modello è stato aggiunta in un secondo tempo una base di epoca posteriore (Ottocento) in legno di noce ebanizzato. Il monetiere è un mobile insolito, particolarmente decorativo, simbolo di eccellenza delle opere di grande ebanisteria barocca. La magnificenza degli armadi seicenteschi, spesso enfatizzata con laccature, pigmenti rossi e foglia d’oro, si diffuse nel Sud Italia, a Napoli e in Sicilia, in particolare durante il dominio spagnolo.

ANTICHITÀ CECI QUINTO – La credenza, un mobile da cucina in cui si conservano le stoviglie, è nata nel 1600 in Emilia Romagna. In origine era un mobile basso e allungato appoggiato a una parete della sala da pranzo su cui, durante i banchetti offerti dalle famiglie nobili a convitati di alto rango, venivano sistemati i piatti di portata. Poiché non era raro in quei tempi che l’ospitalità fosse uno stratagemma per eliminare un antagonista con il veleno, per tranquillizzare gli ospiti, all’inizio del banchetto, un servitore, detto Maestro credenziere, dotato di una livrea che lo distingueva dagli altri, entrava nella sala e si disponeva a fianco del mobile dove erano stati collocati i cibi e assaggiava le portate prima che fossero servite ai commensali. Al termine, si rivolgeva ai convitati con un inchino dicendo: “Signori, vi è stato offerto servizio di credenza” e rimaneva nella sala per tutta la durata del banchetto per assicurare che non fosse stato avvelenato, dando “credenza” agli invitati dell’innocuità dei cibi imbanditi. Il termine passò in seguito a indicare il mobile destinato a custodire le stoviglie. Presso lo stand di Quinto Ceci, in piazza Vittorio Emanuele II, è possibile ammirare una semplice, ma molto elegante credenza in legno di larice dalle linee geometriche, di ottima fattura con angoli smussati incavi e ante accessorie laterali. Il mobile è integro e in prima patina. Di provenienza veneta, risale al XVIII secolo e non sfigurerebbe in una cucina o una sala da pranzo di design moderno.

Pennabilli, 16 luglio 2022

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Comunicato stampa 5 – 2022

CAPOLAVORI UNICI ESPOSTI A PENNABILLI IN OCCASIONE DELLA
51° MOSTRA MERCATO NAZIONALE NELLE BOTTEGHE E NEI PALAZZI DEL CENTRO STORICO

Negli stand di Pennabilli Antiquariato, che si affacciano sulle strade del centro storico di Pennabilli,
è possibile scoprire preziosi e inattesi capolavori, spesso frutto dell’abilità pittorica di
grandi maestri della storia dell’arte italiana e internazionale.

La perizia e la professionalità dei “mercanti d’arte” invitati a partecipare a Pennabilli Antiquariato e la qualità delle opere esposte non è mai stata in dubbio, ma nei 27 stand della Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato nelle botteghe e nei palazzi del centro storico, che si concluderà il 24 luglio, sono custoditi preziosi e inattesi capolavori a firma di maestri di cui rimane una traccia indelebile nella storia dell’arte.

MARCO BARUFFI ANTIQUARIO – Espone un’Ultima cena di grandi dimensioni (114 × 266 cm) attribuita da Vittorio Sgarbi, che la presentò alcuni anni or sono durante una trasmissione televisiva, a Bernardino da Asola (borgo lombardo vicino a Mantova), figlio del pittore Giovanni da Asola, la cui presenza a Venezia, in campo di Santa Marina, è documentata. L’artista, rappresentato anche alla National Gallery di Londra, pur nella scarsità di testimonianze, sembra superare il manierismo del padre delineando i caratteri dei personaggi con più accesa drammaticità e richiamandosi al Savoldo per la decisione del segno. Nella sua presentazione, Vittorio Sgarbi definisce il dipinto “descrittivo” mettendo in evidenza le reazioni di stupore e pietà insieme degli apostoli in contrasto con le espressioni degli indifferenti, i personaggi circostanti alla scena. “Di immediata evidenza questa festa del colore, il compiacimento dell’artista per il colore festoso, vivace, luminoso sullo sfondo di un’architettura evanescente, spettrale, indistinta, mentre tipico della pittura veneta è il riferimento a episodi della quotidianità, di cui fanno parte il gatto e il cane.” E sottolinea l’accurata descrizione della tovaglia bianca, decorata con un motivo a losanghe, e del variopinto tappeto sottostante. Vittorio Sgarbi avvicina Bernardino da Asola a Bonifacio Veronese e data agli anni 1535 – 1540 l’opera: “… sicuramente notevole, che testimonia come la sensibilità veneta si diffonda anche nella terraferma con esiti di grande suggestione.”

UMBRIA ARTIS – Presenta un maestoso affresco, un Ciclo di quattordici raffigurazioni di Virtù, staccato da Palazzo Spreca, dimora signorile viterbese, dipinto verso la fine del Quattrocento su tre pareti di un salone posto al piano nobile. A eccezione delle immagini dell’Autorità e dell’Orazione, ritoccate nel secondo Cinquecento probabilmente perché danneggiate, la serie di dipinti va fatta risalire a un’unica, esperta mano che, in considerazione dell’importanza dell’opera – come riferisce la dettagliata analisi storico critica di Mauro Minardi – deve essere appartenuta a una figura capace di impersonare un ruolo non secondario nell’area viterbese, essendo stata interprete delle innovazioni rinascimentali diffusesi nella porzione del Lazio confinante con l’Umbria e la Toscana. Le immagini, di particolare ricchezza iconografica, attendono una collocazione adeguata alla loro importanza storica e artistica.

REBECHI GIOVANNIMatthieu Van Plattenberg nacque nel 1608 ad Anversa dove fu indirizzato allo studio dell’arte pittorica presso Andries Van Eertvelt e, ancora ventenne, si recò con il maestro in Italia, facendo sosta soprattutto a Firenze; qui si specializzò nel genere delle tempeste marine. Intorno al 1630 Van Plattenberg si trasferì a Parigi dove venne apprezzato tanto da ottenere il titolo di Peintre du roi pour les mers, ovvero: pittore di corte per dipinti con raffigurazioni marine ed essere annoverato tra i fondatori dell’Académie Royale de Peinture et de Scupture. Morì a Parigi nel 1660. L’opera portata a Pennabilli dall’antiquario Rebechi: Tempesta marina con vascello naufragato in fiamme, olio su tela di 81,5 x 163 cm, finora inedita e anonima, è da ricondursi, in base alla probabile origine toscana e ai caratteri pittorici e lessicali, al primo periodo di attività dell’artista. Nella sua expertise Sandro Bellesi la colloca vicino alla fine del Seicento. Il dipinto, come altre opere prodotte durante la permanenza dell’artista a Firenze, mostra una composizione definita con una gamma cromatica esaltata da tocchi di pennello rapidi e vibranti.

IL MERCANTE D’ARTE – Andrea Mazzoldi espone un suggestivoRitratto femminile con violette di Giovanni Muzzioli (Modena,1854 – 1894), olio su tela di 53 x 46 cm. Muzzioli è un artista di primo piano nel panorama italiano della seconda metà dell’Ottocento. Ottenne i primi successi con dipinti di soggetto storico, ritratti e scene di genere, ma dopo il 1887 si dedicò prevalentemente a opere ispirate all’antica Roma, tanto da essere indicato come l’Alma Tadema italiano. La capacità di Muzzioli di attribuire ai personaggi dei suoi ritratti un’alta intensità espressiva, in grado di risvegliare emozioni e viva partecipazione nell’osservatore, emerge eccezionalmente in questa magistrale raffigurazione di una giovane sognante, in cui la pelle rosea e setosa è resa con un incarnato quasi palpabile, frutto di una pennellata densa e vibrante, che offre una sorprendente resa dei particolari ed è messa maggiormente in evidenza dal contrasto con l’intensa colorazione delle violette appoggiate al seno. L’originale postura della modella, che con le linee delle spalle dona al dipinto una geometria equilibrata e simmetrica, caratterizza il quadro e ne accentua la singolarità e il valore artistico.

MALOMI – È stato necessario allestire il palcoscenico del Teatro Vittoria per poter ospitare le Nozze di Psiche e Amore, olio su tela delle rispettabili dimensioni di 500 x 212 cm, autore un anonimo artista attivo a Roma nella prima metà del XVII secolo. Il quadro riproduce l’affresco che Raffaello e la sua scuola dipinsero tra il 1517 e il 1518 nella Villa della Farnesina a Roma su committenza di Agostino Chigi. Come ricorda Arabella Cifani, storico dell’arte, autrice della perizia, l’affresco di Raffaello attribuì grande popolarità al tema, che ornò gli interni di molte dimore europee nei secoli successivi. In questo caso, siamo di fronte a un dipinto di eccezionale importanza poiché le sue dimensioni e i colori sono fedeli all’originale spingendo a ritenere che l’autore, attivo nella prima metà del Seicento, abbia studiato dal vero e a lungo l’affresco e che l’opera sia stata realizzata su commissione, risultando di grande qualità: “La morbidezza dello stile pittorico, la molle eleganza che sa conferire alle figure fanno ipotizzare che egli possa essere artista di area emiliana.”

ANTICHI TESORI – L’antiquario Attanasio Cecchini presenta un Crocifisso, olio su tavola di 42 x 26 cm, opera di Marcello Venusti. Nato tra il 1512 e il 1515 a Mazzo di Valtellina, Venusti fu allievo di Michelangelo Buonarroti e a lui legato tanto da chiamare il figlio, che Michelangelo tenne a battesimo, con il suo nome. Il suo arrivo a Roma risalirebbe alla fine del 1537 e, come attestano alcune lettere di Nino Sernini al cardinale Ercole Gonzaga, in cui si riferiscono anche gli apprezzamenti del Maestro per il suo allievo, Venusti era impegnato nello studio del Giudizio Universale di Michelangelo. Venusti ebbe una solida e proficua collaborazione con Michelangelo, maturata a seguito del rinnovamento che impresse alla sua arte negli anni Quaranta, di cui Venusti seppe essere abile interprete. L’Annunciazione, ora nella sagrestia di San Giovanni in Laterano, lodata dal Vasari, rappresenta forse il vertice dell’arte di questo pittore. Il Crocifisso visibile a Pennabilli fino alla conclusione della 51° Mostra mercato nazionale nelle botteghe e nei palazzi del centro storico è probabilmente un bozzetto preparatorio per una pala d’altare. Venusti eseguì un numero imprecisato di varianti della crocifissione, tutte in linea con le richieste dei committenti, ma fedele agli insegnamenti di Michelangelo a cui quest’opera ci avvicina.

ANTICHITÀ MESSERIAngelus “Ange” de Baets (Evergem, 1793 – Gand, 1855) è stato un pittore belga di ritratti e vedute architettoniche. Fu formato dal padre pittore e studiò presso l’Accademia di Gand, dove venne premiato più volte, e più tardi divenne professore di Scienze del disegno e della trasparenza. Ha realizzato numerosi dipinti e disegni, per lo più pittoreschi paesaggi urbani, architetture interne di santuari della regione di Gand e ritratti. Una sua opera è conservata nel prestigioso Museo di Belle Arti di Gand e pochi anni fa Christie’s di Londra ha battuto un dipinto di soggetto architettonico a 10 000 USD. Antichità Messeri propone un Ritratto di giovane donna con bambina in cornice dorata, olio su tela firmato e datato 1829, di 79,5 x 63 cm. L’alto livello esecutivo dell’artista è testimoniato dal vigore dei volti delle due figure femminili e dalla tecnica pittorica che si esalta nel tratteggio del velo e del pizzo al collo della dama.

A integrare il programma di quello che si configura ormai come un festival culturale di alto livello tre mostre collaterali dedicate a Mario Giacomelli (Senigallia, 1925 – 2000), denominato “l’uomo nuovo della fotografia” per la capacità di creare un percorso intimo fantasmagorico, allo scultore Edgardo Mannucci (Fabriano, 1904 – Arcevia, 1986), uno dei protagonisti dell’arte plastica informale europea, ad Arturo Carmassi (Lucca, 1925 – Empoli, 2015), artista dominato da un preponderante interesse per la scultura, la litografia e la calcografia.

Inoltre, venerdì 22, alle 21.30, il professor Alessandro Delpriori dell’Università di Camerino terrà nell’”Orto dei frutti dimenticati” la conferenza “Gli affreschi della Madonna delle Grazie di Pennabilli”, un percorso sull’arte pittorica in Pennabilli, che dall’immagine della Vergine delle Grazie si sviluppa seguendo la traccia delle stratificazioni rinvenute sull’opera.

Pennabilli, 12 luglio 2022

Comunicato stampa 1 – 2022

PENNABILLI ANTIQUARIATO ASSUME LA VESTE DI FESTIVAL DELL’ARTE ANTICA E CONTEMPORANEA

Pennabilli Antiquariato, mostra “diffusa” a ingresso gratuito promossa dall’Associazione Culturale Pennabilli Antiquariato, avrà luogo dal 9 al 24 luglio 2022 e assumerà la fisionomia di un vero e proprio Festival dell’Arte Antica e Contemporanea.

Avviata nel 1970 grazie all’intuizione e all’iniziativa di Gianfranco Giannini, oggi Pennabilli Antiquariato ha assunto definitivamente la configurazione della mostra diffusa con la collocazione delle gallerie antiquarie all’interno di alcuni edifici del centro storico, nei quali verranno esposti opere d’arte e manufatti provenienti da trenta tra le più qualificate gallerie antiquarie d’Italia.

È sorprendente la capacità dell’Associazione Culturale Pennabilli Antiquariato di rinnovare la manifestazione e di offrire ogni anno uno straordinario percorso nella storia dell’arte grazie al coinvolgimento di gallerie antiquarie di primo piano e all’accuratezza dei meccanismi di organizzazione, marketing e comunicazione, che la pongono al piano più alto del circuito dell’antiquariato.

Cinquantuno edizioni consecutive costituiscono un record e mettono in risalto i valori di una manifestazione che ha saputo emergere tra tante iniziative simili coniugando con equilibrio progetto commerciale e culturale: una garanzia per gli appassionati che desiderano ammirare opere di alto livello e per gli investitori, i collezionisti e i visitatori occasionali, a cui Pennabilli Antiquariato offre un’ampia scala di opportunità. La Mostra ha saputo mantenersi giovane vivificando la propria offerta e attraversando i vasti temi dell’antiquariato senza compromessi rispetto alla qualità delle opere e alla professionalità degli espositori, tanto da percorrere indenne la difficile crisi che ha costretto altre prestigiose esposizioni a chiudere i battenti.

Con l’intento di allargare la prospettiva culturale e le opportunità concesse ai visitatori, Pennabilli Antiquariato si arricchirà quest’anno di tre mostre d’arte contemporanea, collocate in tre pregevoli edifici storici: la Chiesa di San Filippo, l’Oratorio di Sant’Andrea e il Palazzo del Bargello, dedicate rispettivamente a Mario Giacomelli (Senigallia, 1925 – 2000), denominato “l’uomo nuovo della fotografia” per la capacità di creare con essa la traccia di un percorso intimo fantasmagorico, allo scultore Edgardo Mannucci (Fabriano, 1904 – Arcevia, 1986), considerato uno dei protagonisti dell’arte plastica informale europea, ad Arturo Carmassi (Lucca, 1925 – Empoli, 2015), artista dominato da un preponderante interesse per la scultura e le tecniche della litografia e della calcografia.

Inoltre, il programma di Pennabilli Antiquariato si arricchirà degli “Incontri con l’Arte”, a cui saranno invitate personalità del mondo accademico e antiquario che contribuiranno a elevare Pennabilli Antiquariato al rango di un vero e proprio “Festival dell’Arte Antica e Contemporanea” in un percorso condiviso.

Pennabilli, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, fa parte di quella eccezionale tipologia di piccoli centri, custodi di arti e saperi a volte circoscritti, ma proprio per questo di valore esclusivo, che sono il motore di un turismo esigente e consapevole, rispettoso dell’ambiente, curioso di emozioni, autenticità, qualità della vita.

Pennabilli Antiquariato consentirà ai visitatori di percorrere strade, vicoli e piazzette e di ammirare gli scorci più suggestivi di questa cittadina dal fascino millenario per cultura e tradizione, arti e artigianato, ma anche per un’offerta eno gastronomica di alto livello. Pennabilli, città “dove il passato incontra il futuro”, è un archetipo sotto questo profilo. L’avevano capito Federico Fellini, che la visitava spesso, e Tonino Guerra, che aveva definito Pennabilli “Il posto dove ritrovi te stesso” e vi si era radicato, geni del cinema e della poesia.

Cercando più a fondo i segreti di Pennabilli, camminando per le sue vie, si possono scoprire e visitare ben cinque musei, non tanto contenitori di testimonianze del passato, quanto opportunità di recupero del sapere e della tradizione. “I luoghi dell’anima” è un museo diffuso, che dal centro storico di Pennabilli si dilata nella Valle Marecchia, nato da un’idea di Tonino Guerra è capace di sollecitare intimamente la fantasia del visitatore; “Il mondo di Tonino Guerra”, un ambiente dedicato alla meditazione, all’incontro, all’approfondimento culturale, offre ospitalità all’opera artistica del grande poeta e sceneggiatore; il “Museo diocesano del Montefeltro A. Bergamaschi” raccoglie opere d’arte e arredi provenienti dalle parrocchie della diocesi San Marino Montefeltro; “Mateureka, museo del calcolo” è un’esauriente, unica rassegna di idee, invenzioni e strumenti appartenuti alla storia del calcolo e della matematica; il “Museo naturalistico del Parco Sasso Simone e Simoncello” è una collezione di diorami e reperti naturalistici, documenti e guide su natura, botanica, ecologia, paesaggio, educazione ambientale.

Questo è lo scenario che fa da contorno a Pennabilli Antiquariato, un ambiente armonioso e riposante, lontano da sovraffollati e caotici centri turistici o grigi poli fieristici in cui è ancora più piacevole per collezionisti e appassionati ammirare capolavori frutto della maestria di artisti e artigiani che hanno illuminato con le loro opere un tratto della storia dell’uomo dal Medioevo al Novecento: il non plus ultra della produzione di mobili, sculture, dipinti, stampe, ceramiche, tessuti, oggetti d’arredo, gioielli e altri selezionati manufatti di gran pregio storico e artistico.

Pennabilli, 30 maggio 2022