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Comunicato stampa 9

VITTORIO SGARBI IN VISITA A PENNABILLI ANTIQUARIATO

La cinquantesima edizione di Pennabilli Antiquariato accoglie Vittorio Sgarbi e si impone all’attenzione del pubblico, degli appassionati e degli addetti ai lavori.

Si è inaugurata sabato 10 luglio alla presenza dell’ambasciatore Elisabetta Belloni, Direttore Generale del DIS, delle autorità locali e del presidente dell’Associazione Culturale Pennabilli Antiquariato, Ferruccio Giovanetti, la cinquantesima edizione di “Pennabilli Antiquariato Mostra Mercato Nazionale nelle botteghe e nei palazzi del centro storico”.

L’esposizione, che si presenta nella nuova formula, distribuita lungo le vie del centro storico di Pennabilli, all’interno di antiche abitazioni, botteghe e palazzi opportunamente allestiti, sta riscuotendo un vasto successo tanto da aver richiamato l’attenzione del critico d’arte Vittorio Sgarbi che l’ha visitata, definendola “meravigliosa”.

E in realtà sorprende la capacità di Pennabilli Antiquariato di rinnovarsi e di offrire ogni anno uno straordinario percorso nella storia dell’arte grazie al coinvolgimento di gallerie antiquarie di primo piano e all’accuratezza dei meccanismi di organizzazione, marketing e comunicazione, che la pongono sul piano più alto del circuito nazionale dell’antiquariato.

Cinquanta edizioni consecutive costituiscono un record e sono una garanzia per gli appassionati che desiderano ammirare opere di alto livello e per gli investitori, i collezionisti o i visitatori occasionali, a cui offre un’ampia scala di opportunità alla portata di ogni tasca.

Ecco dunque una breve rassegna di alcune opere d’arte e oggetti d’antiquariato che è possibile ammirare percorrendo gli stand della cinquantesima edizione di Pennabilli Antiquariato.

ANTICHITÀ CECI QUINTO – Fregio in foglia d’oro – Luigi XVI (135 x 50). L’oro, l’elemento più prezioso, ha assunto fin dall’origine dei tempi il valore di simbolo di ricchezza materiale e spirituale ed è stato impiegato nella decorazione dei palazzi nobiliari e dei luoghi di culto.

ANTICHITÀ MESSERI – Ribalta bureau in legno di noce e radica, arricchita da filetti di bosso – Veneto, XVIII sec. (104 x 53 x 103). Parte superiore a ribalta con all’interno sei tiretti, fronte a tre cassetti mossi, gambe leggermente arcuate.

ANTICHITÀ MORELLO – Coppia di bassorilievi in legno policromo – Luigi XV (38 x 25). I manufatti raffigurano San Rocco e San Sebastiano e sono impreziositi da un’importante cornice in legno dorato recante motivi floreali e tre testine di putto alato.

ARTE ARREDO ANDRIOLLO – Nudo di giovane donna – Olio su tela (116 x 90) di Maria Szantho (Szeged, 1898 – 1998). Ungherese, pianista di talento, Maria Szantho venne attratta dalla pittura, senza però accantonare la musica. Tre sue opere, di sapore romantico e impressionista, vennero esposte nel 1939 alla Fiera Mondiale di New York.

ARTE LEONE – Coppia di angeli in legno dipinto – Venezia, XVI sec.

IL MERCANTE D’ARTE – La consapevolezza – Olio su tela (80 x 60), di Noel Quintavalle (Ferrara, 1893 – Alassio 1975). Artista poliedrico formatosi a Milano, esordì nel 1918 alla Biennale di Brera ed espose in numerose mostre nazionali e internazionali. I soggetti che più ricorrono nella sua produzione pittorica sono i ritratti, i paesaggi, e le figure di ballerine. Il suo iniziale stile divisionista fu influenzato in un secondo tempo dalla pittura moderna.

MAGNI ANTONIO – Vergine in trono e il Bambino su tavola – Toscana, XV sec. Il tema della Madonna col Bambino è tra i più antichi dell’arte cristiana e ha subito diverse codificazioni nel tempo.

POGGI DIPINTI ANTICHI – Cristo e l’adultera – Olio su tela (135 x 170), attribuito a Luca Giordano (Napoli, 1634 – 1705). Il quadro riproduce la scena tratta da un passo del Vangelo secondo Giovanni in cui Cristo pronuncia la frase: «Chi è senza peccato, scagli per primo la pietra.»

REBECHI GIOVANNI – Battaglia navale – Olio su tela (40 x 50) di Matteo Stom (Venezia 1643 – 1702). Stom è conosciuto soprattutto come pittore di battaglie, ma da vecchi inventari si deduce che si dedicasse anche a paesaggi, marine e baccanali. Le sue opere si caratterizzano per la cifra stilistica sensibilmente caricata: “un dipingere rude e quasi istintivo, impostato su fitte masse figurative”.

UMBRIA ARTIS ANTIQUARIATO – Colonna longobarda di ambito lucchese in marmo di Carrara – VI – VIII sec. (21x 19 x 81). Proveniente da un pluteo o pergula, la recinzione che divideva il presbiterio dalle navate dove sostavano i fedeli, è stata realizzata riutilizzando un elemento di epoca più antica; raffigura un tralcio e due foglie di vite, due grappoli d’uva e due teste di drago.

Alle ventuno gallerie espositrici si aggiungono tre mostre collaterali: “Cinquanta”, nel restaurato Palazzo del Bargello, curata dal collettivo di architetti HPO, emozionante percorso lungo i cinquanta anni di storia di Pennabilli Antiquariato; “In Scena”, selezione di sculture del Maestro cesenate Ilario Fioravanti, in bilico tra realismo e suggestione, curata dall’architetto Pietro Dani negli spazi del Teatro Vittoria e “Relitti”, a cura di Andrea Mazzoldi, rassegna di opere di Maria Cristina Ballestracci, con cui si interfaccia lo spettacolo di teatro canzone di Giulio Casale “Lettere da lontano”, venerdì 16 luglio alle 21.30 nella suggestiva arena dell’Orto dei Frutti Dimenticati.

Collocata in un’area ricca di invidiabili risorse naturali e di un patrimonio culturale, storico e artistico unico, Pennabilli, a cui il Touring Club Italiano ha assegnato la Bandiera Arancione, il marchio destinato ai comuni che si distinguono per la valorizzazione del patrimonio culturale, dell’ambiente e dell’ospitalità, offre l’opportunità di arricchire lo spirito e la mente e di godere dell’accoglienza di queste terre, generose sotto ogni aspetto edonistico, come quello della gastronomia e, in genere, della qualità dell’ambiente e della vita.

Comunicato stampa 8

“LETTERE DA LONTANO”, LO SPETTACOLO DI GIULIO CASALE ALLA CINQUANTESIMA EDIZIONE DI PENNABILLI ANTIQUARIATO

In occasione della cinquantesima edizione di Pennabilli Antiquariato, Giulio Casale torna sulla scena affiancando la mostra d’arte “Relitti” di Maria Cristina Ballestracci con il suo spettacolo di teatro canzone “Lettere da lontano” nella suggestiva arena dell’Orto dei Frutti Dimenticati di Pennabilli.

Dopo la lunga pausa forzata, Giulio Casale torna sulle scene con lo spettacolo di teatro canzone “Lettere da lontano”, che verrà proposto in occasione del cinquantenario di “Pennabilli Antiquariato Mostra Mercato Nazionale nelle botteghe e nei palazzi del centro storico” all’interno degli spazi dell’Orto dei Frutti Dimenticati, venerdì 16 luglio alle 21.30.

“Lettere da lontano” appartiene al genere di spettacolo definito concerto reading e offre un repertorio, in parte inedito, proveniente dal vasto patrimonio che Giulio Casale ha raccolto in anni di ascolto e analisi dei generi musicali e letterari più disparati, durante il quale le canzoni si susseguono alle letture di autori come Hemingway, Brodskij e Pasolini. Ne nasce uno spettacolo unico: voce e chitarra solista, parola e musica animano la scena in un’alternanza di effetti tra musica e teatro, l’ambito in cui Giulio Casale ha ottenuto maggiori successi e apprezzamenti.

Parole e musica avvincono il pubblico: i testi riflettono il clima culturale che caratterizza la nostra epoca non senza ironia e lo sguardo dell’artista sulla realtà è sempre sghembo, talvolta serio, talvolta sorridente o sarcastico, sempre preciso e tagliente.

Il modello è quello di Patreon, la piattaforma che Casale utilizza per restare in contatto con chi lo segue, su cui pubblica video senza logica apparente, rivisitazioni di brani suoi e degli Estra, tributi ad artisti che hanno contribuito al suo percorso formativo, letture di testi: riflessioni ad ampio raggio, che guardano il passato e il presente per proiettarsi verso il futuro.

“Lettere da lontano”, a ingresso gratuito, è organizzato in collaborazione con Artisti in Piazza e verrà trasmesso in diretta dal nostro media partner CFR-Cosmic Fringe Radio. Lo spettacolo è organizzato nel rispetto delle restrizioni dovute alle normative imposte dall’emergenza sanitaria e richiede la prenotazione tramite e-mail a info@pennabilliantiquariato.net oppure per telefono allo 0541 928578.

Comunicato stampa 6 Pennabilli Antiquariato 2021

UNA MOSTRA PER CELEBRARE, E COMPRENDERE, I CINQUANT’ANNI DI PENNABILLI ANTIQUARIATO

L’estemporanea CINQUANTA, curata negli spazi del restaurato Palazzo del Bargello di Pennabilli dal collettivo di architetti HPO, propone un incisivo ed emozionante percorso lungo cinquanta anni, i cinquanta anni di storia di Pennabilli Antiquariato.
Tornano forti e diffusi l’entusiasmo per le bellezze del nostro Paese, il desiderio di arricchirsi di nuove conoscenze, tanto generosamente offerte dal patrimonio artistico e culturale più vasto e prezioso del mondo, a rafforzare l’unità e il senso di appartenenza a un universo comune dopo i giorni dell’emergenza.
Il patrimonio culturale plasma la nostra identità e la nostra vita quotidiana; sempre presente nelle città ricche di storia e al centro di spettacolari paesaggi naturali, non comprende soltanto le arti e l’artigianato, ma anche la storia e le tradizioni, che ci aiutano a definire noi stessi e Pennabilli, città “dove il passato incontra il futuro” (Tonino Guerra), è un archetipo sotto questo profilo.
CINQUANTA, evento esclusivo che celebra il cinquantenario di “Pennabilli Antiquariato Mostra Mercato Nazionale nelle botteghe e nei palazzi del centro storico”, sarà l’occasione per mettere in risalto i valori propri di una manifestazione che ha saputo emergere tra tante iniziative simili e affrontare con successo il tempo.
Nata nel 1970, Pennabilli Antiquariato è stata antesignana nel settore: tra le primissime iniziative del genere, ha contribuito a rinnovare il mercato dell’antiquariato, a renderlo dinamico e ampliarne le potenzialità costituendo per la Valmarecchia e la Romagna un efficace motore di sviluppo culturale ed economico.
CINQUANTA racconta, a partire dal maggio 1970, che vide lo svolgersi della prima edizione della Mostra, una vicenda costellata di eventi, retroscena, personaggi che ha coinvolto realtà dissimili provenienti dal mondo scientifico, politico, dell’arte e dello spettacolo, rimasta spesso in secondo piano rispetto alla manifestazione regina, ma non meno significativa per la storia e la cultura del territorio.
Saranno gli spazi del medievale Palazzo del Bargello, sede delle antiche prigioni e delle milizie cittadine, appena riemerso a nuova vita grazie a un’importante opera di riqualificazione, a ospitare CINQUANTA, frutto dell’ideazione del collettivo di architetti HPO, che, utilizzando materiali d’archivio, mette in risalto la capacità che la Mostra ha sempre dimostrato di emergere e affermarsi presso un ampio pubblico e ne ripercorre la storia. L’allestimento punta a far emergere numeri, strumenti, volti, eventi che hanno accompagnato Pennabilli Antiquariato nei decenni valorizzandone il riverbero culturale e le radici territoriali e facendo risaltare i tratti che hanno contribuito a costruire l’identità della Mostra.
HPO è un giovane gruppo di architetti con sede a Ferrara che pone alla base della propria ricerca, tra le altre, le tematiche legate allo sviluppo della provincia iper connessa (hyper-province) e le sue potenzialità, in cui comunità piccole e dislocate rispetto ai grandi centri urbani possano connettersi impegnandosi in una fitta rete di attività che permetta loro di competere con le città metropolitane. Lo scenario pennese incarna in maniera virtuosa questa idea di interazione e sviluppo.

Comunicato stampa 5 Pennabilli Antiquariato 2021

IN SCENA
Opere di Ilario Fioravanti

In occasione della cinquantesima Mostra Mercato Nazionale nelle botteghe e nei palazzi del centro storico le opere di Ilario Fioravanti tornano in mostra a Pennabilli grazie ai prestiti concessi dalla Casa dell’Upupa di Sorrivoli, sua dimora e studio d’arte. Ad ospitarle è il Teatro Vittoria, recentemente restaurato e che, aprendo le sue porte alle creazioni del maestro cesenate, offre anche l’opportunità di una visita all’interno dei propri spazi rinnovati.
In scena vi è tutta la sensibilità di un uomo che non ha saputo resistere alla forza vitale dell’arte. Il rapporto tra Fioravanti e la sua vocazione artistica è esemplare di come ogni essere umano, in fin dei conti, soffra nel reprimere ciò che è la propria essenza. Pur rinunciandovi solo inizialmente per lavorare come ragioniere, intraprendendo così un percorso sicuro, il richiamo alla dimensione artistica era così difficile da reprimere da provocare in lui vero e proprio malessere fisico.
Dare ascolto alla propria vocazione significa acquisire consapevolezza della propria direzione. Solo allora, certi di dove si sta andando, la ricerca non ha più limiti e il flusso della vita diventa travolgente.
Nel suo caso, acquisire coscienza di sé significò anche entrare a pieno titolo nel mondo della storia dell’arte, in particolare grazie al critico d’arte Giovanni Testori, che si accorse per primo “della verginità e integrità del suo sguardo”, come scrive Vittorio Sgarbi. Quello che possiamo cogliere è il punto di vista di una persona che a tutti gli effetti si può considerare umanista, non solo per la coltivata sensibilità nei confronti dell’arte classica, ma anche per la devozione dimostrata verso l’umanità, che si coglie nelle sue mani impresse nella materia delle sue creazioni.
È certo che Fioravanti si immerse completamente in quella che lui stesso, citando Goethe, definiva come “la spirale all’infinito”, ovvero l’arte come ricerca continua che tende verso qualcosa di indefinito. Le sperimentazioni nel campo dell’architettura e di approcci differenti all’arte al di là del disegno, suo prediletto, come l’incisione, la pittura e la scultura, hanno reso per lui possibile la padronanza di diverse tecniche artistiche, dimostrata anche dallo sconfinato numero di opere che realizzò.
Le opere selezionate ed esposte in occasione del cinquantesimo anno Mostra Mercato Nazionale di Pennabilli costituiscono solamente una minima parte di tutta la sua produzione.
Si entra in punta di piedi, in teatro, silenziosamente, quasi col fiato sospeso. La sensazione è che qualcosa stia per accadere, che si possa assistere a momenti irripetibili. Le suggestioni che questo ambiente è in grado di sprigionare sono quasi magiche, capaci di sospendere il tempo e mettere in pausa la vita al di fuori di queste mura.
E proprio queste sono le due forze che pervadono lo spazio che state per visitare, l’una complementare ed opposta all’altra.
Il tempo, congelato negli sguardi di questi personaggi immobili e forza percettibile nell’atmosfera sospesa di questa platea.
La vita, che vibra nella materia di queste creature plasmate dalle mani dell’artista, la cui sostanza pare pronta a trasformarsi da un momento all’altro, in una continua tensione all’infinito. Tracce di un’esistenza, quella di Fioravanti, pervadono intensamente queste figure, che esprimono un amore religioso nei confronti della vita e tutte le sue contraddizioni.
Le presenze femminili di felliniana bellezza che occupano gli spalti annunciano la limitata temporaneità di quel piacere che deriva dal mettere in pausa i problemi irrisolti e gli ostacoli cui siamo chiamati ad affrontare ogni giorno, che sfizi, risate e divertimento possono attenuare solo in parte. Ciò che ben riassume questa oscillazione tra gioia e sofferenza, felicità e malinconia, è il mondo del circo, tema molto caro a Fioravanti. I protagonisti in scena sono abbagliati dalle luci del palcoscenico che, per un momento, sono in grado di accecare anche lo sguardo dello spettatore, ma non possono nascondere la malinconia che si cela nell’animo di questi personaggi, investiti dal compito di provocare risate e divertimento tra chi guarda, comunque toccati dalle fatiche della vita che vengono solo temporaneamente congelate o condivise con il pubblico.
Tutto è sospeso, qualcosa sta per accadere. Non si può far altro che entrare trattenendo il respiro, con la curiosità negli occhi e le farfalle nello stomaco, alla costante “ricerca di qualcosa che deve ancora venire” come ci insegna il Maestro Ilario Fioravanti.

Valentina Goldoni